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LA SECONDA EDIZIONE DEL CAMPO ALTA QUOTA

A inizio dicembre a Punta Helbronner si sono incontrati gli artefici del progetto di ricerca medico-scientifica che ha per obiettivo lo studio del rapporto tra l’uomo e l’Artico

Di Giancelso Agazzi

 

Campo Alta Quota 2024 è giunto alla seconda edizione. Si tratta di un progetto di ricerca medico-scientifico condotto dal Centro Addestramento Alpino-Scuola Militare Alpina di Aosta. Si è svolto dal 3 al 5 dicembre 2024 e, come lo scorso anno, ha avuto come scenario Punta Helbronner, a 3462 metri nel gruppo del Monte Bianco.

L’iniziativa è stata realizzata con la collaborazione degli Atenei di Bologna, Ferrara, Milano, Novara, Valle d’Aosta, con l’Istituto di Fisiologia Clinica del CNR di Pisa, l’Università della Montagna di Edolo, la Società Italiana di Medicina di Montagna (SIMeM) e il CONI della Valle d’Aosta. In particolare l’Istituto di Fisiologia Clinica del CNR di Pisa e Milano, insieme alla Società Italiana di Medicina di Montagna, ha condotto studi sull’acclimatazione e sull’adattamento alla quota e al freddo con valutazione di risposte fisio-biologiche del sistema cardio-vascolare e polmonare, associate a quantificazioni sistemiche di stress ossidativo, infiammazione e danno d’organo e metabolomica. L’Università di Bologna, con il supporto del CONI Valle d’Aosta-Scuola dello Sport, ha svolto uno studio di human performance e valutazione dei condizionamenti ambientali sui processi neurologici. L’Università degli Studi di Milano, attraverso il suo polo Unimont di Edolo, ha provato la tecnologia di micro-sensori (propri del mondo speleologico) per rilevare la temperatura corporea e dell’ambiente per valutare la migliore coibenza dei diversi materiali impiegati, oltre ad effettuare ricerche sulle innovative razioni alimentari di alta montagna dell’Esercito, che offrono 3000 calorie in meno di un chilogrammo. L’Università della Montagna di Edolo ha installato una stazione climatologica in quota, mentre l’Università della Valle d’Aosta si è occupata dello sviluppo di un unico data base per lo studio delle interrelazioni tra i diversi settori. Le prestazioni dei militari sono state analizzate e validate con tecniche multidisciplinari e multisettoriali, prima e dopo l’addestramento, per testare le risposte ma anche i materiali e gli equipaggiamenti, al fine di migliorare le capacità di muoversi, combattere e soccorrere in condizioni estreme.

 

Monte Bianco: un laboratorio naturale

 

La simulazione sul massiccio del Monte Bianco è assimilabile alle attività addestrative in ambiente artico. Scopo dello studio è valutare le risposte dell’organismo dei militari al freddo e all’ipossia (alta quota) e per valutare i materiali e l’equipaggiamento utilizzati in condizioni che simulano quelle artiche. Tre gli ambiti della ricerca: human performance, analisi dei processi cognitivi, meteorologia, alimentazione, big data e intelligenza artificiale. L’Artico sta rivestendo sempre più interesse geostrategico a livello globale.

A Pollein, nei pressi di Aosta, si sono svolti i test a bassa quota prima e dopo l’esposizione all’alta quota. L’Artico un tempo molto lontano e, ora, più facilmente raggiungibile grazie all’apertura di nuove rotte a causa dei cambiamenti climatici in atto si rivela un concentrato incredibile di materie prime, terre rare e risorse strategiche.

 I gruppi di giovani militari che sono stati oggetto di studio sono in forza al 4° Reggimento Alpini Paracadutisti di Montorio Veronese, alla Scuola di Applicazione di Torino assegnati alle Truppe Alpine, a un team di militari altamente specializzati in ambito alpinistico militare provenienti dalla Brigata Alpina Taurinense di stanza a Torino e a un team composto da Guide Alpine Militari del Centro Addestramento Alpino. I militari sono stati impegnati in esercitazioni sul ghiacciaio e pernottamenti in tenda prima di essere sottoposti a una serie di test, realizzati dai ricercatori presso alcuni locali del rifugio Torino.

 

Le testimonianze dei promotori

 

Giovedì 5 dicembre ha avuto luogo presso la Stazione Pavillon di Skyway un momento di confronto e di divulgazione dal titolo “Ricerca e innovazione per arrivare all’Artico-l’idea del Campo Alta Quota”. L’incontro, trasmesso anche in diretta streaming, ha voluto raccogliere le testimonianze e le riflessioni di ricercatori e docenti che sono stati coinvolti nel progetto. Presenti la senatrice Isabella Rauti, sottosegretaria alla Difesa, il comandante delle Truppe Alpine generale di divisione Michele Risi e il generale di brigata Alessio Cavicchioli, comandante del Centro di Addestramento Alpino di Aosta, l’ente che ha condotto il progetto.

La partnership tra Esercito, CNR, Università e aziende potrà aiutare nella realizzazione di protocolli scientifici e di innovazione tecnologica applicati in campo militare e non solo. I benefici del progetto potranno essere utili per le organizzazioni e le realtà che sono attive nei climi estremi come l’Artico. Un importante contributo potrà essere fornito anche a settori come alpinismo, medicina e meteorologia.

Dopo il 24 dicembre il progetto continuerà mediante l’installazione di un laboratorio di sperimentazione dei materiali.

In conclusione Campo Alta Quota costituisce un esempio virtuoso che unisce il mondo della difesa, dell’università e dell’industria con un interesse comune: l’Artico.

 

22.12.24

 

 


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Gege Agazzi

Nato a Bergamo il 23 giugno 1950, di professione Medico

Socio CAI 

Membro Società Italiana di Medicina di Montagna

Segretario Commissione  Centrale Medica CAI

Membro  Commissione Medica CISA-IKAR 

Appassionato di montagna, di viaggi,di medicina di montagna e  di fotografia.

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