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TIENI I PIEDI IN BUONE MANI

Avere cura dei propri piedi quando si va in montagna (e non solo) è prima di tutto una questione di sicurezza

Di Giancelso Agazzi

 

Da una revisione della letteratura emerge che gli incidenti di montagna riguardano per il 70-89% i maschi, tra i 20 e i 39 anni. Nel 5-10% dei casi si tratta di incidenti gravi, la metà dei quali richiede il ricovero in ospedale. Inoltre nel 90% dei casi le lesioni interessano gli arti superiori e inferiori, in particolare il piede. La maggior parte degli infortuni che si verificano in montagna sono minori o moderati. Solo alcuni causano danni importanti, con complicanze che durano nel tempo.

Un’attenta cura del piede per i frequentatori della montagna è di fondamentale importanza per prevenire i problemi che possono compromettere seriamente la deambulazione.

Cinque sono le raccomandazioni di cui si deve tenere assolutamente conto quando si va in montagna:

 

·      Avere consapevolezza di quanto sia importante la tutela del proprio piede

·      Avere grande cura dei propri piedi

·       Fare il possibile per prevenire le vesciche la cui comparsa può provocare grave danno ai piedi

·      Usare scarpe comode e che forniscano la corretta protezione e il giusto sostegno alla caviglia: indossare calzature troppo strette o troppo rigide espone al rischio di irritare i nervi del piede e, quindi, di comparsa di dolori e di formicolii. È raccomandabile, inoltre, che le scarpe siano dotate di una buona ventilazione e di suola antiscivolo

·      Indossare calze tecniche, né troppo sottili, né troppo spesse, realizzate in tessuto traspirante per evitare che il piede rimanga umido

 

Se n’era parlato il 6 maggio 2023 nel corso del convegno “La montagna…su due piedi: diamo ai nostri piedi l’importanza che meritano?” organizzato dalla Società Italiana di Medicina di Montagna in occasione del Trento Film Festival. Durante l’evento è stata sottolineata l’importanza per i frequentatori della montagna di prestare attenzione al benessere dei propri piedi.

Il piede è un organo propriocettivo, che regola i rapporti del nostro organismo con l’ambiente esterno, raccogliendo stimoli provenienti dal contatto con il suolo. L’armonico funzionamento della sua complessa struttura (26 ossa, articolazioni e legamenti, muscoli, vasi e nervi) permette numerose attività indispensabili per il movimento: dalla stazione eretta alla deambulazione, dalla marcia alla corsa, fino al salto. Il piede è dotato di una triplice funzione: organo di appoggio, di propulsione e di mantenimento dell’equilibrio. Il piede umano funziona come una molla tenuta in tensione da un tendine elastico che ne percorre la pianta. Spostando il peso del corpo, l’arco plantare si stira, accumulando energia che viene restituita alla fine del passo. Camminare è un atto motorio istintivo che rappresenta la forma di locomozione che distingue l’essere umano dal resto degli animali.  Il camminare in montagna è una successione di perdita e di riacquisizione dell’equilibrio. I passi devono essere brevi e regolari. Il cammino coinvolge tutto il corpo. Da un punto di vista meccanico si attua attraverso un’alternanza di appoggi monopodalici, intervallati da momenti di doppio appoggio podalico.

 

Traumi al piede: cosa fare

 

In caso di una lesione traumatica grave del piede sul terreno è bene togliere la calzatura e cercare di fare una valutazione della parte lesa, verificando se siano presenti ematomi, ecchimosi, deformazioni evidenti o una ferita da medicare e proteggere. Si deve provvedere a togliere corpi estranei se presenti. È bene lavare con acqua e sapone di Marsiglia l’eventuale ferita, disinfettando con betadine e ricoprendo, poi, con una fasciatura la parte lesa. Si deve anche verificare se vi siano fratture, lussazioni o contusioni gravi, a volte poco riconoscibili. Va valutato il grado di dolorabilità del piede. Se il dolore è molto forte si può procedere a un trattamento antalgico. È bene controllare se vi sia una copertura vaccinale contro il tetano. Si deve verificare se è possibile posare il piede sul terreno e se è possibile continuare a camminare. Va verificata la mobilità in flessione-estensione delle dita, la prono-supinazione e in lateralità (valgo-varo) del piede.

In caso di trauma si deve immobilizzare con una steccatura il piede lesionato (le più pratiche sono composte da una struttura in alluminio), senza comprimere troppo, fasciando mediante un bendaggio esterno. Nel caso il paziente sia in grado di camminare, deve servirsi di bastoncini che lo aiutino nella deambulazione. Utile l’applicazione di ghiaccio, se possibile. Qualora l’intensità del dolore impedisca al soggetto di camminare, è necessario attivare i soccorsi (soccorso terrestre, elisoccorso).

La distorsione di caviglia è l’incidente più frequente e più banale in media montagna, di solito benigna. Può essere trattata mediante un bendaggio adesivo-elastico (strapping), che consente di proseguire il cammino. In caso di distorsione grave è necessario immobilizzare l’articolazione mediante una steccatura in grado di alleviare il dolore, e applicare ghiaccio o neve, permettendo l’evacuazione.

Le vesciche si formano di solito a causa o di calzature nuove o di una frizione delle calze sui tessuti del piede, soprattutto in prossimità delle dita o del calcagno. Il liquido si raccoglie nell’epidermide, lo strato più superficiale della pelle. Nel caso si formino vesciche e ci fosse presente un medico, quest’ultimo può eliminare il liquido con una siringa o con un ago sterile, per, poi, disinfettare la parte. In alternativa si può applicare uno speciale cerotto idro-colloidale studiato per favorire la guarigione delle vesciche. Queste ultime possono essere evitate utilizzando la doppia pelle o l’Elastoplast, da applicare appena compaiono arrossamenti o segni di infiammazione della cute. Per prevenire la comparsa di vesciche vanno utilizzate calze non in nylon, ma preferibilmente in cotone. I piedi vanno protetti dall’umidità e ogni giorno vanno cosparsi di talco. Durante escursioni di più giorni (trekking) vanno usate calzature già utilizzate in passato. Una volta trovata una scarpa che funziona, non la si deve più abbandonare. Una calzatura giusta per la montagna deve proteggere dalle asperità del terreno, essere confortevole, robusta, con buona aderenza, leggera e dotata di un buon sistema di allacciamento. Si deve preservare il più possibile l’integrità della pelle del piede.

Le tenosinoviti e le tendiniti sono causate da un’infiammazione o da un’infezione delle guaine che proteggono e lubrificano i tendini. Vengono solitamente provocate da un sovraccarico o da una lesione di tipo penetrante e hanno come sintomo principale il dolore.

 

Congelamenti e sindrome di Raynaud

 

Importante è proteggersi dal freddo, soprattutto nel periodo invernale, evitando che i piedi vadano incontro a congelamento, il cui primo sintomo è la perdita di sensibilità del distretto colpito. In tal caso si deve valutare se vi siano disturbi della sensibilità o abbassamento della temperatura cutanea delle dita, che diventano bianche, livide e fredde. Il trattamento d’urgenza in caso di congelamento prevede l’immersione della parte in un bagno di acqua calda.

Nella stagione fredda la sindrome di Raynaud può colpire i piedi, soprattutto quelli delle donne (80%). Il colore delle dita passa dal bianco al bluastro e, poi, al rosso. Si devono massaggiare le dita, e possibilmente porle sotto l’acqua corrente calda. Nelle ore successive è bene evitare le bevande eccitanti (thé, caffè) e il fumo (le sigarette sono un forte fattore di rischio).

Nell’anziano non di rado si riscontrano più patologie concomitanti: vascolari, osteoarticolari, neurologiche, metaboliche che possono danneggiare i piedi.

 

Piede diabetico e altri problemi

 

Esistono il piede diabetico, il piede neuropatico, il piede neurologico, il piede vascolare, il piede neuro-vascolare, il piede gottoso. Il piede diabetico, presente nel 20% degli ammalati, determina alterazioni anatomo-funzionali secondarie alle complicanze croniche della patologia (vasculopatia e neuropatia), con il concorso di fattori locali fisico-chimici e infettivi. Oltre il 50% delle amputazioni non da infortunio si verifica proprio nei soggetti con piede diabetico. Il piede neuropatico presenta una riduzione o abolizione della sensibilità tattile, termica, dolorifica, vibratoria e degli atti motori a livello muscolare. La perdita della sensibilità favorisce l’insorgenza di lesioni della cute. Il deficit neuro-motorio determina a livello dei muscoli estensori, flessori e interossei del piede, squilibri funzionali, con alterazioni dei metatarsi e delle dita (dita a martello o ad artiglio). Le zone di callosità o ipercheratosiche si formano perché la pressione esercitata dalla forza di gravità sulla superficie plantare risulta fortemente squilibrata. Il piede vascolare è dovuto a un’arteriopatia cronica ostruttiva che interessa i vasi più distali in maniera multisegmentale e simmetrica. Tra i fattori di rischio: fumo, ipertensione arteriosa, ipercolesterolemia, obesità, iperglicemia, iperinsulinemia, iperfibrinogenemia. L’osteopatia neuropatica o morbo di Charcot è caratterizzata da una distruzione ossea talora bilaterale, con dispersione dei frammenti nelle parti molli.  Seguono una degenerazione e fibrosi della cartilagine articolare, infiltrazione ed edema della capsula e dei legamenti, neo-formazione di osso e calcificazioni peri-articolari, con conseguenti deformazione del piede, sublussazioni, lussazioni e deviazioni. Possono essere presenti l’artrite psoriasica, l’alluce valgo, tumori localizzati al piede o la sarcopenia dell’età avanzata, dovuta a una graduale riduzione della massa muscolare che viene sostituita dalla massa adiposa.

Qualunque sia la problematica che coinvolge il piede, si consiglia l’utilizzo di calzature adeguate e dei bastoncini telescopici, al fine di evitare un sovraccarico a livello delle articolazioni e per ottenere una maggiore stabilità nei movimenti. È buona cosa fare stretching prima e dopo l’esercizio fisico, in particolare nel caso dell’arrampicata.

Come sempre una particolare importanza riguarda la prevenzione. Per evitare traumi del piede si deve sempre pensare a giocare d’anticipo. Meglio prevenire prima che curare dopo. La condotta da tenere per evitare un trauma del piede deve sempre basarsi sul buon senso e sull’esperienza.

 

15.12.24

 

Clinical Journal of Sport Medicine 21(6):p 530-536, November 2011.

Petit manuel de Médecine de Montagne, Emmanuel Cauchy, Ed. Glénat, 2007

Medicine for Maiuntaineering & Other Wilderness Activities, J. Wilkerson, E. Moore. K. Zfren, 6th edition, 2010

Convegno “La montagna…su due piedi: diamo ai nostri piedi l’importanza che meritano?”,Trento, 6 maggio 2023

 

 


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