Salute e Montagna

Montagna luogo di Salute

G.C. Agazzi

L’andare in montagna rappresenta un vero stile di vita senza tempo. Perché si va in montagna ? Molte in realtà sono le motivazioni;ognuno di noi che pratica la montagna ne possiede almeno una. In effetti si va in montagna per divertimento,per allenamento,per valutare le proprie capacità fisiche,per provare intense emozioni o anche per lavorare. Ognuno di noi conosce le proprie motivazioni. Montagna può essere sinonimo di prevenzione,di profonda passione,di corretta forma fisica,di terapia,di formazione del carattere,di riabilitazione,di profonda integrazione con il territorio,di cultura del vivere bene,di corretta crescita,di buon invecchiamento,di corretta alimentazione e,per finire,di climatoterapia. La montagna è,dunque,una grande palestra per il corpo ed al tempo stesso un solido rifugio per lo spirito ed una grande e saggia maestra di vita. E’ bello camminare in montagna in armonia con la natura e con tutto ciò che ci circonda,in ognuna delle varie fasi della nostra esistenza,con ritmi ed energie diversi,inseguendo salite e discese alla ricerca del nostro benessere. Una vacanza sui monti,spesso,può costituire una sana medicina per i malanni provenienti da situazioni stressanti ed affaticanti,per stati depressivi ed ansiosi,per alcune turbe del sonno,per alcune malattie croniche. Il clima di montagna,per comodità,viene classificato come clima di alta,media e bassa montagna;le sue caratteristiche sono:riduzione della temperatura,riduzione della pressione barometrica,riduzione della pO2,riduzione della densità dell’aria,riduzione dell’umidità assoluta,aumento della ventosità ed aumento delle radiazioni solari. In montagna l’aria è,perciò,limpida,pura e secca. Si attivano e sono stimolati i processi cardio-respiratori,endocrini e metabolici a mano a mano che si sale più in alto. La montagna è,comunque,un paradiso nel quale si deve entrare con profonda umiltà ed in punta di piedi,con un profondo senso di rispetto. Chi viene spinto dalle mode o si avvicina al mondo della montagna per puro caso avrà la fortuna di conoscere una nuova dimensione del benessere,che non potrebbe altrimenti raggiungere;tale benefica condizione tocca in modo ideale tutti  e cinque i sensi,interessando il nostro stato generale di salute .Una dimensione che si offre al visitatore ed all’appassionato in qualsiasi stagione dell’anno. D’inverno con lo sci fuori pista e con la magica solitudine tra le vette innevate;la primavera con lo sci-alpinismo e con le prime arrampicate;l’estate con le escursioni e le salite su roccia,l’autunno con le rilassanti passeggiate alla scoperta di ambienti suggestivi colorati da tinte magiche. Ai tempi delle pestilenze vale la pena ricordare che la montagna ha rappresentato per l’uomo un luogo più sicuro per sfuggire al contagio;nel corso delle guerre,invece,la montagna è stata,talvolta,un luogo appartato dove fuggire per porsi al riparo dalle violenze. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha promosso l’incremento dell’attività fisica quale forma di prevenzione e di terapia per alcune patologie del benessere:malattie dell’apparato cardiovascolare,diabete,obesità,malattie cronico-degenerative,malattie depressive.

Con adeguata preparazione fisica e con piccoli accorgimenti è possibile andare in montagna a qualsiasi età della vita,vivendola,forse,in modo più intenso e consapevole;un diverso tipo di montagna per ogni stagione della vita. La montagna è,infatti,indicata ai bambini (età evolutiva) ed ai soggetti anziani (età involutiva),paradossalmente più allenati dei giovani.

Ma ecco alcune importanti regole:attenzione ai bollettini meteo,opportuna preparazione dell’escursione,carta geografica escursionistica del luogo meta della gita,partenza presto al mattino,rispettare sempre i sentieri,senza perderli d’occhio,corretta preparazione dello zaino,evitare di andar da soli,prestare molta attenzione in discesa ( il 75% degli incidenti estivi sono causati da scivolamento,spesso in discesa),in caso di incidente non tardare a chiamare il 118. Un soggiorno in montagna è un vero toccasana per la salute;l’aria che si respira  in quota rigenera il corpo e la mente. In montagna si registra una diminuzione dell’inquinamento atmosferico,luminoso ed acustico. E’ risaputo che gli sportivi si possono allenare in montagna migliorando le prestazioni atletiche grazie alla minor quantità di ossigeno presente nell’aria (ipossia).Importante rammentare che la montagna costituisce un’importante occasione per smettere di fumare.

Il movimento,la migliore espressione del sistema nervoso,trova nella montagna una sua perfetta applicazione. Attraverso l’attività fisica in montagna si sviluppa pure la propria performance cognitiva,attraverso il coordinamento del movimento e l’utilizzo della propria intelligenza motoria,per esempio,nell’arrampicata. L’allenamento è un tipo di attività che tende a provocare nell’organismo umano gli adattamenti che migliorano la prestazione. La fase di riscaldamento è indispensabile per raggiungere una miglior performance.Guido Rey scriveva nell’agosto del 1898 ne “La poesia infinita di un alto bivacco”:……”Forse il fondo ingenuo e primitivo dell’anima nostra si sprigiona quassù,libero da ogni pensiero terreno,ritorna semplice e ritrova l’istinto antico dell’uomo,la percezione chiara delle grandi bellezze,la voluttà delle grandi lotte e dei grandi riposi…….”.La consuetudine con la montagna,ovvero il contatto con la sua natura severa e primitiva,l’abitudine ad affrontare un faticoso impegno fisico ed a sopportare disagi,possono rappresentare una valida preparazione per qualsiasi attività quotidiana e favorire il positivo evolvere della personalità umana. Ciò comporta l’estrinsecarsi di qualità già presenti nell’individuo, quali semplicità,sensibilità,modestia,generosità,rettitudine…..

A volte il rischio è strettamente legato agli sport di montagna,sollevando tra coloro che studiano le motivazioni del comportamento umano il dubbio che i cultori della montagna siano,in realtà,poco normali o ai limiti della normalità. Vale la pena a questo punto ricordare quanto scritto dall’alpinista francese G. Rébuffat che parla di “…quel qualcosa che brilla negli occhi di chi arriva in vetta “ e da Goethe che afferma che “……non c’è gioia più grande e  affascinante di quella che proviamo sfiorando il pericolo, della voluttà dolce e  terribile che ci proviene dalla sua vicinanza….”

I Ciò comporta l’estrinsecarsi di qualità già presenti nell’individuo, quali semplicità,sensibilità,modestia,generosità,rettitudine…..

Occorre ricordare che si devono proteggere occhi e pelle dai danni provocati dai raggi solari (eritema solare,oftalmia da neve).

Servono continuità e regolarità nell’attività fisica aerobica  che si pratica in montagna. E’ raccomandata la pratica dello stretching prima  e dopo l’esercizio,soprattutto nel caso dell’arrampicata. Le escursioni vanno effettuate a ritmo lento e regolare,specie all’inizio della stagione,evitando sforzi esplosivi,aumentando gradatamente i dislivelli ed allenandosi anche per la discesa. Per stretching si intende l’insieme del metodo e degli esercizi ginnici messi a punto per migliorare la capacità di allungamento della muscolatura. Si tratta di una pratica piuttosto semplice e non dolorosa,che attua un allungamento del muscolo in modo rilassato e prolungato,non doloroso, e che rende l’esercizio il più naturale possibile.

Una regolare pratica della corsa riduce la frequenza cardiaca a riposo ed aumenta la capacità vitale dei polmoni,migliorando l’ossigenazione dei tessuti.Si inizia con una corsa lenta della durata iniziale di dieci minuti per arrivare gradualmente alla mezz’ora o all’ora su pendenze tra il 10 ed il 25%; il tutto a giorni alterni.

Quale opera di prevenzione, occorre utilizzare calzature adeguate che siano morbide e resistenti,meglio se con protezione della caviglia. Utile usare i bastoncini telescopici per non sovraccaricare le articolazioni e per favorire un corretto equilibrio del corpo (nordic walking).Serve un adeguato abbigliamento per evitare che il corpo si raffreddi (ipotermia),per non andare incontro a patologie da calore e per prevenire danni oculari. Consigliabile una visita medica periodica in età adulta,specie se in presenza di patologie. La visita verifica la condizione fisica dell’individuo.In Italia esistono alcuni ambulatori di medicina di montagna ai quali ci si può rivolgere per visite,consulenze o consigli medici; i centri attivi sono ad Aosta,Brescia,Tione di Trento (TN).La visita consiste nella raccolta dell’anamnesi o storia clinica del soggetto,nell’esame obiettivo,in alcuni esami ematochimici,in un elettrocardiogramma a riposo,in un test da sforzo,in una spirometria e,se richiesto,in un test all’ipossia.

Utilizzata a partire dagli anni sessanta,la preparazione in altura migliora le prestazioni a livello del trasporto dell’ossigeno ( 1500-2000 m,con 4-5 giorni di adattamento).L’allenatore Herrera dell’Inter fu uno tra i primi ad accorgersi di tale beneficio per  allenare i calciatori.

Ai fini di una corretta preparazione fisica di base  serve allenarsi 20-60 minuti con un esercizio aerobico tutti i giorni o almeno tre volte alla settimana. Esercizi di forza vanno effettuati almeno due volte per settimana per allenare gli arti inferiori,gli arti superiori ed i muscoli addominali. Quotidianamente vanno fatte esercitazioni della mobilità articolare,oltre a esercizi o movimenti spontanei in grado di esercitare l’equilibrio. Movimenti frequenti,esercizi ed attività nuove vanno favoriti per sollecitare il controllo e l’apprendimento motorio. Bastano tre settimane di riposo totale per perdere il 50% dei benefici acquisiti con l’allenamento;mentre,dopo due mesi di inattività,si riparte quasi da zero. L’escursionismo è uno dei mezzi più naturali ed anche economici per mantenere uno stile di vita attivo,in grado di portare beneficio a tutto l’organismo. La frequenza cardiaca massimale si ricava dalle due formule:220-età,oppure 208-(etàx0,7);si può usare un cardiofrequenzimetro per allenarsi meglio,oppure il “talk test” che valuta fino a che punto l’atleta riesce a camminare parlando (allenamento aerobico).

Camminare in montagna fa bene all’umore,stimola il rilascio delle endorfine,sostanze che riducono il dolore e permettono al corpo di rilassarsi.Tra gli effetti dell’allenamento aerobico vanno segnalati:aumento della resistenza ad elevata intensità,controllo del peso corporeo e degli ormoni coinvolti nel metabolismo,riduzione della frequenza cardiaca a isocarico ed aumento della resistenza generale.

Sembra che l’andare in montagna sia in grado di stimolare l’apparato digerente,migliorandone il funzionamento.

L’arrampicata ha delle possibili valenze terapeutiche quali la promozione di un sano stile di vita,un aumento dell’autoefficacia percepita nell’effettuare alcune azioni,lo sviluppo di un certo locus of control,l’aumento della fiducia nell’altro e del senso di responsabilità,una maggior consapevolezza del proprio corpo intesa quale percezione del proprio baricentro,della respirazione e ricerca del proprio equilibrio. Le risposte fisiologiche allo stimolo della quota sono di tipo ventilatorio,cardiaco,ematico (Epo),circolatorio,surrenalico ed enzimatico. L’attività all’aria aperta in montagna favorisce la produzione della vitamina D,indispensabile per l’assorbimento del calcio e del fosforo e,quindi,basilare per la formazione del tessuto osseo e dei denti.

Fondamentale per l’andare in montagna è una corretta impostazione di tipo alimentare al fine di ottenere la migliore risposta dell’organismo a fronte di qualsiasi sollecitazione fisica. La montagna può essere,infatti,un’importante e irripetibile occasione per attuare un cambiamento in meglio del proprio stile di vita,alimentare e fisico. Può trattarsi di una vera e propria riconquista di sane abitudini,premessa per il riappropriarsi dello stato di salute. L’aria salubre di montagna accelera il metabolismo,favorendo il consumo delle riserve energetiche e di grasso. Anche il regime alimentare ha la sua funzione;si deve imparare a suddividere i pasti nell’arco della giornata. Spesso “il fai da te “ in campo alimentare o l’applicazione ingenua di indicazioni nutrizionali incomplete o scorrette finiscono per prendere il sopravvento;quindi:cibi giusti al momento giusto!In qualsiasi attività fisica alimentazione e rendimento vanno di pari passo e costituiscono due importantissimi fattori ai fini della prevenzione di disturbi organici e di infortuni vari.”Se fossimo in grado di fornire a ciascuno la giusta dose di nutrimento e di esercizio fisico,né in difetto,né in eccesso,avremmo trovato la strada per la salute “ ( Ippocrate,460-377).

Fragole,fragoline,mirtilli,ribes,more e lamponi sono frutti ricchissimi di sostanze anti-ossidanti. Oltre a questi la montagna offre molti altri prodotti genuini come le mele (minor rischio di tumori del cavo orale,esofago,colon,retto,mammella,ovaie),gli ortaggi,la carne,il latte,i formaggi,le trote,ricche di Omega3,ed il vino.

Vale la pena rammentare dieci regole quali consigli dietetici da rispettare in montagna:fare pasti brevi e piccoli,consumare quantità sufficienti di frutta e verdura,sostituire i carboidrati raffinati con i cereali integrali,preferire,se possibile,gli alimenti biologici,non eccedere nel consumo della carne,eliminare o ridurre le sostanze “tossiche”(tabacco,alcool,caffè,thé),mangiare solo se si ha fame,masticare accuratamente. Rispettare le giuste proporzioni tra i vari tipi di alimenti secondo le seguenti percentuali:Carboidrati 55-60%,Proteine 12-15%,Grassi 20-30%;assumere anche vitamine,oligoelementi o integratori,ma solo qualora sia ritenuto necessario,consultando gli esperti in materia

Oltre i 1200 m di quota l’ossigeno presente nell’aria tende a ridursi in percentuale;in tal modo si verifica una graduale maggiore produzione di globuli rossi con conseguente miglioramento della performance fisica                                                                                           .

Opportuna ed importante in montagna l’attuazione di una corretta idratazione; è assolutamente necessario bere in abbondanza liquidi vari,thé,tisane,succhi di frutta,centrifugati di frutta o verdura. Si consiglia di partire per un’escursione bene idratati;ricordarsi che non basta bere solo quando si ha sete. L’acqua di montagna è buona non solo da bere,ma anche per la cura e la salute. Le sorgenti termali montane rappresentano,infatti,una risposta curativa e preventiva per numerose patologie,senza effetti collaterali.Vanno ricordate alcune delle stazioni termali famose che si trovano in montagna:Levico e Vetriolo,Pejo,Rabbi,Dolomia,Val Rendeva,Garniga-Monte Bondone,Bormio.

Altra importante risorsa di benessere in montagna è rappresentata dai bagni di fieno,delle vere immersioni in erba fresca in via di fermentazione fino ad una temperatura di 40-70°C,con una percentuale di piante officinali;si parla di Fitobalneoterapia, antica usanza dei contadini,che toglie la stanchezza e ridona energia dopo un’escursione alpina.

La montagna è in grado di stimolare i sensi,aiuta a mettere in atto delle strategie,impone il confronto con le nostre capacità ed i nostri limiti. Non dobbiamo, comunque,lasciare spazio all’estremo;tutto deve essere valutato in base all’età,alle condizioni di salute e psichiche di ogni soggetto.

La montagna è in grado di curare alcune patologie cosiddette croniche. Non esistono molti studi controllati in questo campo,ma sono evidenti i giovamenti che possono derivare da un’attenta pratica della montagna. Sono precise e documentate le teorie scientifiche in grado di documentare il benefico effetto dell’ambiente montano su alcune malattie di tipo cronico. Sarà compito del medico curante,che conosce in ogni suo dettaglio la storia clinica del paziente,mettere a punto un attento programma per garantire una vacanza piacevole e priva di rischi per la salute. Le controindicazioni per soggiorni a bassa quota per soggetti portatori di patologie croniche sono pochissime. Qualunque forma di patologia deve,comunque,trovarsi in una fase di stabilità,e deve essere bene controllata da una corretta terapia qualora necessari,che deve aggiornata al bisogno nel periodo di soggiorno in montagna. Ogni paziente è un caso a sé ed i programmi vanno personalizzati,basandosi sulla storia clinica,sulla quota abituale di residenza,sulla quota che si vuole raggiungere,sulla durata dell’esposizione alla quota,sulla quota del luogo dove si intende trascorrere le notti e sull’intensità e sulla durata dell’attività sportiva che intende effettuare.

L’altitudine sembra avere un effetto positivo sull’asma bronchiale,legato in particolar modo all’assenza di dermatophagoide,l’acaro della polvere che non sopravvive in un clima secco. Al di sopra dei 1500 m chi soffre di asma ha un vero e proprio “respiro di sollievo”. Nelle Alpi sono state create strutture dove i bambini asmatici possono soggiornare per trarre beneficio dal clima montano (Istituto Pio XII° a Misurina, 1700 m). L’esposizione a basse quote è senza dubbio favorevole ai soggetti asmatici poiché la diminuita concentrazione di allergeni e di inquinanti riduce l’infiammazione bronchiale. Non esistono al momento studi eseguiti sul campo alle medie quote  sempre sui soggetti asmatici. L’asmatico può andare in quota solo se la patologia è di grado lieve/moderato,con dei sintomi ben controllati,non deve sospendere mai la terapia,deve evitare eccessivi incrementi di quota con mezzi di risalita meccanici oltre i 3500 m..Nel corso delle giornate fredde o ventose,il soggetto asmatico deve coprirsi la bocca con un foulard o una sciarpa. Prima dell’attività fisica. L’asmatico si deve premedicare prima dell’attività fisica se soffre di broncospasmo, se è allergico ai pollini nel periodo di impollinazione,se è allergico  agli acari della polvere e se prevede di pernottare in rifugio a quote <2000-2500 m,deve portare sempre con sé i farmaci di primo intervento con posologia e tempi si somministrazione. La bronchite cronica è una patologia tipica dei fumatori. Il clima montano risulta vantaggioso per questa patologia,quando le secrezioni bronchiali sono abbondanti e  fluide. La bronchite cronica costruzione bronchiale richiede,prima di un periodo di soggiorno in montagna,un’attenta valutazione tramite spirometria,emogasanalisi arteriosa,test del cammino dei sei minuti per valutare eventuali desaturazioni. Oltre i tremila metri di quota i cardiopatici devono fare attenzione,tenendo conto del tipo di esercizio fisico e dello stress. I soggetti affetti da cardiopatia ischemica possono soggiornare in montagna e praticare attività sportive previa valutazione cardiologia preliminare. La malattia deve essere stabile e in corretta terapia;la somministrazione dei farmaci non va assolutamente interrotta. L’attività fisica deve essere limitata a secondo delle condizioni; la frequenza cardiaca non deve superare il 70-80% dei valori  rilevati sul livello del mare. E’ sconsigliato effettuare attività fisica nelle prime due ore dopo i pasti o troppo stressante;va evitata l’esposizione a temperature troppo rigide.

L’ipertensione arteriosa colpisce il 15-25% della popolazione con graduale incremento con il progredire dell’età. E’ indicato,nei soggetti ipertesi,un soggiorno fino a 3000 m solo se i valori pressori sul livello del mare sono stabili e misurati periodicamente. La pressione arteriosa va misurata  con regolarità specie nella prima settimana di soggiorno in montagna. L’attività fisica continuativa riduce i valori pressori.

Un soggiorno a bassa quota è permesso ai diabetici purché sappiano gestire l’alimentazione e la terapia in caso di esercizio fisico prolungato ed intenso. I diabetici devono conoscere molto bene i sintomi dovuti a iper e ipoglicemia,utilizzando correttamente i glucometri,seguendo lo schema terapeutico e rispettando la dieta consigliata. I soggetti affetti da Sindrome Metabolica stanno meglio  alle quote basse-moderate (1700 m),anche se vanno incontro ad un maggior rischio di male acuto di montagna.

Le malattie renali colpiscono il 10-11% della popolazione;presentano una scarsa risposta all’adattamento in quota. I soggetti affetti da calcolosi renale devono porre molta attenzione all’idratazione (verifica del colore dell’urina).La montagna aiuta a combattere l’obesità;pare,infatti,che i soggetti in soprappeso che vogliono perdere kilogrammi di peso corporeo dovrebbero trasferirsi almeno temporaneamente in montagna,dove aumenta il consumo di grassi da parte dell’organismo.

Anche i soggetti anemici devono prestare attenzione nell’andare in montagna; non in tutte le forme di anemia è indicata l’attività fisica in montagna. Valori di Emoglobina < a 10 gr/dl costituiscono una controindicazione all’alta quota. Qualora l’anemia di tipo carenziale sia lieve,viene indicato un soggiorno a media quota,previa una terapia con ferro di supporto.

La montagna,soprattutto ad altimetria media, si concilia particolarmente con la rieducazione,associando le condizioni climatiche ad un ambiente tranquillo che permette la concentrazione sui problemi esistenti. Il clima montano può venire considerato un mezzo naturale di cura;  si parla,infatti,di Climatoterapia. La peculiarità della montagna in riabilitazione è data dall’effetto concentrazione determinato dal paesaggio oltre che dall’effetto calmante tipico dell’ambiente montano. La riabilitazione in ambiente montano non solo è consentita,ma è decisamente utile.

Un tempo esistevano in alcune località alpine i sanatori,strutture ospedaliere dove venivano ricoverati i pazienti affetti da tubercolosi (Sondalo,Groppino,ecc);l’ambiente montano costituiva un luogo favorevole alla cura di questa malattia cronica incurabile prima dell’avvento dei farmaci antitubercolari.

In montagna è fondamentale il rispetto della sicurezza;per trarre beneficio e non correre rischi in montagna occorre agire sempre rispettando ed applicando le regole della sicurezza. Il termine Montagnaterapia, coniato da circa una decina di anni,fa riferimento agli effetti riabilitativi e preventivi dell’ambiente montano nei suoi molteplici aspetti,paesaggistici,culturali,di palestra per il fisico e la mente.Si tratta di un originale tipo di approccio metodologico a carattere terapeutico-riabilitativo e/o socio-educativo,finalizzato alla prevenzione secondaria,alla cura ed alla riabilitazione dei soggetti portatori di differenti problematiche,patologie o disabilità, attraverso il lavoro delle dinamiche di gruppo,nell’ambiente culturale,naturale e artificiale della montagna. La natura incontaminata,i tempi lenti e sereni della vita in montagna rappresentano un valido aiuto per ritrovare se stessi,facilitando un corretto equilibrio tra psiche,corpo e natura. Trattasi di presupposti da cui parte questa disciplina che si prefigge la cura della disabilità fisica e mentale. La montagna contribuisce ad aumentare ed a rafforzare l’autostima. In Italia sono attivi alcuni gruppi di lavoro che seguono progetti e programmi riabilitativi attraverso brevi escursioni,ma anche trekking per soggetti affetti da patologie in primo luogo psichiatriche e psicologiche,ma pure oncologiche,cardiologiche e respiratorie. Esistono nel mondo progetti che si prefiggono come scopo l’aiuto di bambini affetti da malattie oncologiche,quali l’associazione “To the edge”promossa da Hans Lochner che ha accompagnato alcuni ragazzi leucemici sulla vetta del Monte Bianco nel luglio del 2011,e “A chacun son Everest”,associazione fondata in Francia da Christine Janin,medico e alpinista francese,che organizza stage in montagna per ragazzi affetti da patologie tumorali. La famosa alpinista francese Catherine Destivelle.grande professionista della montagna, nel corso delle sue conferenze in Francia ed in tutto il mondo, promuove una campagna di prevenzione per tutti coloro che praticano la montagna .

Bibliografia:

A.    Cogo “Medicina e Salute”,ed. Hoepli,2009

    S.I.Me.M. “Escursionismo e Salute”,ed. L’escursionista,2010

“Medicina e Montagna” Commissione Centrale Medica C.A.I. ed. 2009

L. Gianotti,“L’arte del camminare” Ediciclo Editore,2011