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Convegno del Gruppo Scrittori di Montagna a Bergamo, 9-10 giugno 2023

Scrittori di montagna in convegno

Il GISM si è riunito anche quest’anno  per discutere degli obiettivi che persegue e per assegnare il consueto premio d’Alpinismo “Spiro Dalla Porta Xydias”

Giancelso Agazzi

 

Nei giorni 9 e 10 giugno 2023 a Bergamo, nella sede del Palamonti, si è svolto il convegno annuale del Gruppo Italiano Scrittori di Montagna (GISM) – Accademia di Arte e di Cultura Alpina con la partecipazione di una quarantina di soci, provenienti da ogni parte d’Italia.

Il G.I.S.M. nacque a Torino il 14 aprile del 1929 per iniziativa di Agostino Ferrari e Adolfo Balliano, come contraltare del Club Alpino Accademico Italiano. Alcuni alpinisti e intellettuali della montagna decisero, infatti, di opporsi al trasferimento del CAI a Roma così come all’inquadramento dell’alpinismo come “sport fascista”. Il GISM si propone di divulgare ideali più prossimi a quelli proposti da Quintino Sella, fondatore del CAI, scienziato, politico e alpinista.

Nelle fila del GISM sono passati alcuni dei nomi più illustri dell’alpinismo e della cultura alpina italiana, per oltre 80 anni impegnati nella difesa di un alpinismo inteso come fatto ideale, spirituale e artistico.

 Attualmente il GISM è presieduto dal valdostano Marco Blatto, ottavo presidente,geografo, membro del GHM (Groupe de Haute Montagne) francese e dell’Alpine Climbing Group UK.

Tra i primi soci Guido Rey, Paul Guiton e il Duca degli Abruzzi Luigi di Savoia, Salvator Gotta, Jospeph-Marie Henry, Giovanni Bertacchi, Aurelio Garobbio, Dino Buzzati, Bianca Di Beaco, Bruno Credaro e Spiro Dalla Porta Xydias, che è stato per anni presidente.

Secondo quanto scritto nello statuto l'associazione ha lo scopo di esaltare e di diffondere i valori ideali e l’etica dell'alpinismo, di ispirare l'amore per la montagna e di promuovere ogni iniziativa atta a favorirne la conoscenza e la salvaguardia, nel rispetto dei valori naturali dell'ambiente e delle genti monte.

La montagna deve restare un terreno d’avventura e di libera scelta individuale, pur coltivando la cultura della sicurezza. Sfide complesse, dunque, ma che il GISM ha tutte le competenze per affrontare, rappresentando una voce libera ma di sostegno al mondo istituzionale della montagna.

Si è sempre parlato di "alpinismi" in riferimento alle motivazioni che hanno spinto i singoli, oppure i gruppi di élite e le associazioni ad affrontare la montagna. Oggi è necessario parlare di alpinismi pensando soprattutto al rapido cambiamento della montagna, a ciò che comporta in termini di sicurezza e di etica della frequentazione.  

Venerdì 9 giugno dopo la cerimonia di apertura del convegno, alle 21 Stefano Morosini ha tenuto una conferenza riguardante la storia della Sezione del CAI di Bergamo.

Sabato 10 giugno, dopo l’assemblea dei soci del GISM, vi è stata l'assegnazione del Premio d'Alpinismo "Spiro Dalla Porta Xydias", vinto dall’alpinista bergamasco Valentino Cividini.  Sono stati presentati l’annuario del GISM "Montagna 2023" e il manifesto del GISM. Marco Blatto ha affermato che l’annuario del GISM costituisce una delle più belle riviste di montagna in circolazione. È stata una scommessa, accompagnata da un lavoro impegnativo, realizzato dal comitato di redazione e dal coordinatore editoriale Marco Dalla Torre. Le firme autorevoli che impreziosiscono quest’edizione, affrontano i temi attuali del mondo alpino e in particolar modo: alpinismo, cambiamenti climatici, sicurezza e libertà, etica della frequentazione, difesa della biodiversità. Accanto alla parte monografica, vi sono gli studi di pregio degli autori, la pittura di montagna, la letteratura, la fotografia. La montagna è cultura.  Marco Blatto ha moderato la tavola rotonda “Alpinismo e Alpinismi” cui hanno partecipato Luca Schiera, presidente dei Ragni di Lecco, Fulvio Scotto, presidente CAAI Gruppo Occidentale, Alessandro Gogna, guida alpina e accademico del CAI e Valentino Cividini, alpinista bergamasco, autore di alcune pubblicazioni riguardanti l’arrampicata su cascate di ghiaccio. Blatto ha fatto presente come sia cambiato il modo di affrontare la montagna da parte dei giovani alpinisti e, con alcune immagini, ha voluto mostrare come sono cambiati alcuni ghiacciai alpini. Alessandro Gogna ha voluto ricordare come è cambiato il mondo della montagna: materiali delle attrezzature, tecnologia, velocità dei trasferimenti, comunicazione, facilità nei soccorsi, accorciamento delle distanze. Ha parlato della libertà che non ha bisogno di regole né di divieti, ma che deve sapersi autoregolamentare. Luca Schiera, ha ricordato i cambiamenti climatici e le loro pesanti conseguenze sulla frequentazione della montagna. Nel corso delle spedizioni in Patagonia si può assistere nell’arco di una giornata a incredibili escursioni termiche. L’ambiente si è molto modificato. I ghiacciai, specialmente nel corso degli ultimi anni, si sono sciolti, ritirandosi in modo inquietante. Fulvio Scotto ha illustrato molte delle sue ascensioni. Valentino Cividini è, infine, intervenuto per parlare della sua attività di ghiacciatore, soprattutto sulle Orobie. Il relatore ha parlato del senso di libertà che anima il suo modo di frequentare la montagna. La tavola rotonda ha stimolato un interessante dibattito. Alla fine Marco Blatto ha ricordato la figura di Piero Nava, mentre Massenzio Salinas ha commemorato Angelo Gamba, entrambi soci del GISM.

Alle 21, dopo la cena sociale, vi è stata la proiezione del film in concorso alla 71^ edizione del Trento Film Festival dal titolo "Pionieri" del regista Alessandro Beltrame, con la partecipazione del protagonista Peter Moser, guida alpina del Lagorai e autentico montanaro. Moser, nel corso dell’introduzione, ha parlato delle motivazioni che lo hanno spinto a frequentare le montagne, in particolare il gruppo delle Pale di San Martino.

La giornata di quel 10 agosto 2021 è partito a notte fonda da San Martino di Castrozza. Con la frontale in testa è salito verso la ferrata Bolver-Lugli e, prima del tramonto, è arrivato in vetta alla cima del Piz de Sagron che ha raggiunto dopo aver salito il Cimon della Pala, la Pala di San Martino, la Cima Canali, il Sass Maor e il Sass d’Ortiga. Tutto d’un fiato. Ispirandosi ai pionieri dell’alpinismo, Peter ha concatenato in un solo giorno sei delle principali cime delle Pale di San Martino, percorrendo le vie storiche dei primi salitori. Un confronto ad armi pari con la montagna, in velocità. Un viaggio intimo che Peter ha voluto compiere per arrivare alle radici dell’alpinismo e del suo modo di essere montanaro e guida alpina, esplorando la montagna e la natura. Lo stesso desiderio di esplorazione che ha stimolato i primi alpinisti inglesi a salire sulle Pale, accompagnati da cacciatori e montanari del Primiero che il film vuole evocare proprio attraverso una delle più leggendarie cordate che hanno fatto la storia dell’alpinismo. Mariano Lott e Antonio Zagonel, guide alpine delle Aquile di San Martino e Primiero, hanno vestito i panni di due guide storiche del Primiero, come Michele Bettega e Bortolo Zagonel. La cliente inglese Beatrice Thomasson è stata interpretata da Petra Lott. Nel cortometraggio compaiono anche Maurizio Zanolla “Manolo” e lo storico dell’alpinismo Luciano Gadenz.

 Avrei potuto scalare le vie più impegnative, ma ho preferito fare un passo indietro. Ho voluto togliere tutto dal mio alpinismo e mettere al centro la montagna. Non è stata solo la ricerca di una performance, anzi era l’ultimo dei miei obiettivi. Era anche una ricerca delle mie origini, come guida e come alpinista. Sono andato alle radici dell’alpinismo e questo lo trovo bellissimo e importante. L’ho fatto in velocità, ma senza fretta, senza il cronometro. Il mio obiettivo era vivere l’avventura, non misurare il tempo. I leggendari pionieri ci hanno messo 20 anni per salire queste cime, a me, grazie al loro lavoro e alla loro genialità, è bastato un giorno. Così ha affermato il trentaseienne Peter Moser.

Il regista Alessandro Beltrame ha parlato della realizzazione del cortometraggio che ha richiesto trenta giorni di lavoro, con l’utilizzo di droni, di riprese in parete e con l’aiuto delle guide di San Martino di Castrozza. Il filmato è stato realizzato da AKU.

 

18.06.23

 

 

 

 

 

 

 

 


Gege Agazzi

Nato a Bergamo il 23 giugno 1950, di professione Medico

Socio CAI 

Membro Società Italiana di Medicina di Montagna

Segretario Commissione  Centrale Medica CAI

Membro  Commissione Medica CISA-IKAR 

Appassionato di montagna, di viaggi,di medicina di montagna e  di fotografia.