La puntura di zecca


Le zecche sono artropodi, parassiti  esterni che hanno dimensioni di pochi millimetri, appartenenti agli Aracnidi, dell’ ordine Acarina, divisi in due famiglie : le Ixodidae o zecche dure , le più diffuse in Europa, e le Argasidae, o zecche molli .  In Italia le zecche dure comprendono sei generi: Ixodes, Boophilus, Hyalomna, Rhipicephalus, Dermatocentor, Haemaphysalis; le zecche molli sono presenti, invece, nei due generi Argas e Ornitodorus.

Il “ pasto di sangue “ della zecca dura di solito da 3 a10 giorni, nel corso del quale il parassita rimane attaccato all’ ospite, succhiandone il sangue. La zecca è provvista di una specie di ago che penetra nel circolo sanguigno dell’ospite; alcune ghiandole presenti nel parassita secernono una sostanza anticoagulante. La zecca inietta una neurotossina che agisce sulla trasmissione neuro-muscolare, che può provocare problemi seri  all’uomo se non viene rimosso entro  24 ore.Quattro sono le fasi del ciclo vitale della zecca: uovo, larva, ninfa e adulto,  che  possono avvenire tutte su di uno stesso ospite o su ospiti diversi. Diversi gli animali che possono venire parassitati, tra i quali i cani, i cervi, i caprioli,  gli scoiattoli e pure l’ uomo.

Le zecche si trovano di solito dove vivono animali  che possono venire parassitati . In particolare le zecche frequentano i boschi di latifoglie umidi e ombreggiati, i luoghi erbosi, i cespugli  ed il sottobosco; vivono pure nei prati incolti o nei pascoli frequentati da pecore, da bovini o dalla fauna selvatica, considerati  luoghi elettivi.  Le zecche del bosco sono parassiti che si nutrono di sangue umano e di sangue animale ( cervi, caprioli, lepri, roditori, uccelli, ecc.). La loro presenza dipende dalla presenza sul territorio di animali da parassitare, e il loro habitat preferito é costituito da luoghi umidi, ricchi di vegetazione erbosa e arbustiva. Le zecche sono diffuse in particolare nel  periodo che va da marzo a ottobre, fino a 1300-1400 metri di quota. Nel corso degli ultimi anni è diventato sempre più frequente l’ incontro con le zecche da parte dell’uomo. Le zecche non saltano e non volano, ma si posizionano sulle estremità delle piante, aspettando che un animale o l’uomo stesso  passino; tali artropodi  avvertono la presenza dell’ospite a cause della presenza di anidride carbonica  o del calore prodotti dal corpo.Possono vivere oltre un anno senza mangiare. Il parassita può annidarsi tra i capelli o pure in ogni parte del corpo.

I mesi primaverili o quelli estivi sono quelli preferiti dal parassita.

Di solito la puntura non provoca direttamente danni alla salute dell’uomo, ma può essere pericolosa come veicolo di infezioni che vengono trasmesse dagli animali che ne sono i vettori.

 La puntura non è dolorosa in genere, dal momento che viene inoculata dalla zecca una sostanza anestetica, e non causa prurito  nell’uomo, passando spesso inosservata. Di solito la probabilità di trasmissione di malattie è bassa se il parassita rimane attaccato per meno di 36-48 ore; ecco perché la zecca deve venire rimossa nel più breve tempo possibile dal corpo. Una estrazione precoce riduce il rischio di trasmissione di malattie infettive. Non si deve ricorrere a sostanze particolari ( etere, cloroformio, ammoniaca, alcool etilico, acetone, creme, ecc. ) per facilitare il distacco della zecca dalla cute poiché sembra dimostrato che non servono a nulla a causa di periodi di apnea del parassita stesso ed anche perché possono indurre un riflesso di rigurgito, con aumentato rischio di trasmissione di infezioni. La zecca  può essere facilmente rimossa servendosi di una pinzetta a punte sottili, il più possibile vicina alla  superficie della pelle,  tenendola il più possibile aderente alla cute, tirando delicatamente ed  evitando, così,  che il rostro ( apparato buccale )  rimanga infisso nella cute. Nel corso della rimozione  si deve cercare  di  non schiacciare il corpo della zecca evitando così un rigurgito che può aumentare la possibilità di trasmissione di agenti patogeni .  Qualora  la testa  rimanga conficcata nella cute si può tentare di rimuoverla servendosi di un ago sterile, come si fa di solito per rimuovere una scheggia di legno.

E’ opportuno disinfettare con accuratezza la cute prima e subito dopo la rimozione del parassita, evitando sostanze che colorino la pelle. Si deve cercare di non toccare con le mani nude  il parassita, utilizzando, invece, dei guanti protettivi  evitando in tal modo di infettarsi; le mani vanno, poi, accuratamente lavate. Quando la zecca si stacca rimane un piccolo rigonfiamento di colore rosso, dove, successivamente, si forma una  piccola crosta. Una volta rimossa, la zecca va distrutta bruciandola. Dopo la rimozione della zecca si deve prestare attenzione per 30-40 giorni ( periodo di osservazione )  alla comparsa di eventuali sintomi di malattia. La zecca può, infatti, veicolare virus, batteri o altri agenti patogeni, che possono essere trasmessi all’ ospite. E’ bene annotare il luogo e la data in cui si è verificata la puntura della zecca. In caso di comparsa di arrossamento cutaneo, di febbre, di dolori muscolari, di dolori o di infiammazione in corrispondenza delle articolazioni di ingrossamento delle ghiandole linfatiche o di sintomi simili all’ influenza, contattare il proprio medico curante. Può essere utile conservare il parassita per poterne permettere il riconoscimento. Le principali malattie che possono essere trasmesse  dalle zecche sono: rickettsiosi, borreliosi di Lyme, febbre ricorrente da zecche, tularemia, meningoencefalite da zecche ed ehrlichiosi. A partire dal 2000 circa in Trentino (Valle dei laghi, Val di Non, Valle dell’Adige), per esempio, i casi di malattie trasmesse dalle punture di zecche sono aumentati di numero rispetto al passato. Le zecche sono i più importanti vettori di malattie in Europa.

E’ opportuno adottare delle misure di prevenzione nei confronti delle zecche. E’ bene, infatti, camminare in genere nel centro dei sentieri, evitando, in tal modo, di venire in contatto con la vegetazione circostante, soprattutto dove l’ erba è alta; si deve evitare di sdraiarsi sull’erba soprattutto nelle zone a rischio. É bene evitare le zone erbose e umide, dal momento che le zecche amano l’umidità e sopravvivono nell’acqua, ma non sui terreni aridi. Si devono indossare calzature  alte e ben chiuse, e pantaloni lunghi e camicie a maniche lunghe, possibilmente di colore chiaro per meglio individuare i parassiti, spazzolando gli indumenti prima di entrare in casa. Subito dopo un’ escursione in una zona considerata a rischio è utile effettuare un accurato esame visivo e tattile della cute del corpo e degli indumenti, onde rimuovere gli eventuali parassiti presenti, ponendo attenzione alle zone del corpo preferite dalle zecche : testa, collo, parte posteriore delle ginocchia e fianchi,  provvedendo all’ immediata rimozione di eventuali zecche presenti. E’  utile impiegare sostanze repellenti ( permetrina, DEET, dimetilftalato, benzoato di benzile o aracnicidi in genere), acquistabili in farmacia,  che tengano lontani i parassiti. Vanno utilizzati sulle parti scoperte del corpo, ma anche sulle scarpe e sulla parte bassa dei vestiti. Tali prodotti vanno utilizzati con attenzione nei bambini  a causa di effetti indesiderati. E’ bene pure ispezionare di frequente gli animali domestici, trattandoli  con prodotti acaro-repellenti  e controllando periodicamente le cucce e trattandole con insetticidi. E’ bene falciare i prati situati attorno alle abitazioni, evitando che le zecche vi si nascondano. 

Va ricordato, infatti, che è molto meglio prevenire che curare, applicando misure di profilassi comportamentale fondate sull’educazione sanitaria e sull’informazione.

Bibliografia : 


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“Suggerimenti per la prevenzione e il trattamento delle punture delle zecche”, SAT Società degli Alpinisti Tridentini, Sezione CAI, Commissione Sentieri