CAMPO ALTA QUOTA 2023: I RISULTATI

Lo scorso anno è stata realizzata una sperimentazione volta a testare la capacità del nostro Esercito di combattere in ambiente artico.

Se ne è parlato a Corvara e a Cortina in agosto.

Di Giancelso Agazzi

 

Nei giorni 19, 20 e 21 agosto 2024 si è svolto presso il Villaggio Alpino “Tempesti” di Corvara (Bz) in Alta Val Badia un incontro per fornire elementi di informazione in merito alle attività svolte nel corso del Campo Alta Quota che ha avuto luogo nei giorni 29 e 30 novembre e 1° dicembre 2023 a Punta Helbronner (Ao) (3462 metri) nel gruppo del Monte Bianco. L’evento è stato organizzato dal Centro Addestramento Alpino- Scuola Militare di Aosta alla presenza sul campo del generale comandante Alessio Cavicchioli.

 Il Campo Alta Quota 2023 è nato come momento addestrativo per la sperimentazione, mediante l’utilizzo di una piattaforma di studio che include vari settori. Si sono incontrati il mondo dell’Esercito, della ricerca universitaria e dell’industria. In seguito a numerosi contatti, l’iniziativa ha visto la partecipazione di alcuni atenei: Bologna, Ferrara, Milano, CNR di Pisa, Aosta. Le Truppe Alpine e il Centro Addestramento Alpino sono importanti riferimenti per quanto riguarda la sperimentazione di materiali specifici, con particolare attenzione verso l’Artico, che ha visto la necessità di valutare l’impiego di militari in un ambiente caratterizzato da condizioni estreme, soprattutto dal freddo.

 

L’Artico fulcro della competizione strategica

 

Il clima influisce in modo determinante sugli scenari strategici. I ghiacci che ricoprono l’Artico si stanno riducendo ed è previsto che nel 2040 i mari dell’Artico saranno navigabili per gran parte dell’anno. La conquista di questo territorio è di fatto già iniziata da anni. Tale sfida è destinata a diventare globale. L’Italia, membro dell’Alleanza Atlantica, è potenzialmente coinvolgibile e le sarà richiesta capacità di controllo e di gestione, nonché l’abilità di mantenere l’equilibrio a livello internazionale. Nel corso dei prossimi anni la regione dell’Artico sarà messa al centro di un’importante competizione strategica.

 Per questo si è pensato di servirsi delle aree addestrative di alta montagna della Valle d’Aosta, quale laboratorio per valutare materiali, equipaggiamenti e uomini. È stato possibile effettuare una raccolta dati utili all’analisi della possibilità di adattamento degli uomini a un ambiente estremo come l’Artico. Grazie all’adesione al progetto degli atenei, sono stati individuati alcuni obiettivi. Sono stati raccolti da parte di alcuni ricercatori dell’Università di Milano dati riguardanti l’ambiente in ambito glaciologico ed ecologico, registrando le condizioni meteorologiche mediante l’utilizzo di stazioni micro-climatiche.

 

Alta quota e freddo: gli effetti su cuore e polmone (e non solo)

 

I ricercatori del CNR di Pisa e dell’Università di Ferrara hanno studiato i potenziali danni che l’alta quota e il freddo possono provocare sull’apparato cardiovascolare e sul sistema respiratorio prima, durante e dopo l’attività svolta dai militari sul ghiacciaio in altitudine. I ricercatori dell’Università di Bologna hanno raccolto dati circa i condizionamenti dovuti al freddo sul sistema nervoso. È stato indagato il deterioramento dei processi cognitivi con particolare riferimento alla capacità decisionale, all’attenzione e alla elaborazione di informazioni. È stata studiata la mental fatigue nel corso di un’esposizione prolungata a un clima molto freddo (-27°C e vento a 154 Km orari) e all’alta quota. Una ricercatrice del CNR di Milano ha studiato mediante test realizzati su saliva e su urina alcuni marcatori di stress e di infiammazione, per individuare i danni causati dallo stress dovuto dall’esposizione a un ambiente estremo. Al progetto ha partecipato anche il CONI della Valle d’Aosta.

Per effettuare le ricerche sono stati selezionati tre gruppi omogenei di militari con diverse caratteristiche riguardanti la preparazione fisica: istruttori e guide alpine militari del Centro di Addestramento Alpino di Aosta, operatori delle forze speciali della Brigata Alpina Taurinense e i rangers del 4° reggimento alpini paracadutisti di Montorio Veronese, giovani ufficiali della Scuola di Applicazione di Torino da poco assegnati alle Truppe Alpine, dotati di limitate capacità tecniche e scarsa abitudine all’ambiente estremo. I militari hanno stazionato per alcuni giorni sul ghiacciaio del Gigante a 3462 metri di quota, muovendosi utilizzando racchette da neve o sci da alpinismo e in cordata. Tutto il personale si è mosso in completa autosufficienza, trasportando il materiale necessario mediante slitte/pulka. I militari hanno pernottato in tenda. L’alimentazione è stata oggetto di studio. Sono state testati vari tipi di indumenti per verificarne l’efficacia, mediante l’uso di apposite schede. La collaborazione con alcune aziende ha permesso provare materiali ed equipaggiamenti vari. Sono stati impiegati nuovi tipi di tende, di sacchi a pelo, di materassini e di razioni viveri.  I militari, divisi in tre gruppi, sono stati studiati in tre tempi: a bassa quota (a Pollein), in alta quota (punta Helbronner) e nuovamente a bassa quota. Sono state utilizzate alcune tecniche quali l’ecografia polmonare e cardiaca e l’oscillometria applicata alle vie respiratorie per identificare l’eventuale presenza di un edema interstiziale a livello polmonare. I risultati preliminari hanno mostrato modificazioni significative dei parametri fisiologici e dei biomarcatori, che necessitano di ulteriori conferme su un numero maggiore di individui.

L’analisi statistica dei dati raccolti si rivela di grande utilità mediante l’utilizzo di modelli e metodi per sistemi complessi (road map di ricerca). Hanno preso parte al progetto alcuni ricercatori che fanno parte della Società Italiana di Medicina di Montagna: Annalisa Cogo, Guia MariaTagliapietra, Simona Mrakic Sposta, Lorenza Pratali. Tra gli altri ricercatori: il professor Samuele Maria Marcora, la dottoressa Sara Spinabelli dell’Università di Bologna, la professoressa Anna Giorgi, il professor Riccardo Guidetti e la dottoressa Antonella Senese dell’Università di Milano, la dottoressa Cristina Ranuncoli del CONI di Aosta e la professoressa Consuelo Rubina Nava dell’Università di Aosta. È intervenuta anche la professoressa Manuela Ceretta neo-rettrice dell’Università di Aosta.

 

L’anteprima dei risultati (e, poi, Cortina)

 

La mattina di martedì 20 agosto 2024 presso il Lagazuoi Expo Dolomiti (2732 metri), dopo gli interventi del comandante delle Truppe Alpine, generale di divisione Michele Risi e del generale di brigata, comandante del Centro Addestramento Alpino di Aosta, Alessio Cavicchioli, i rappresentanti dei vari atenei hanno presentato un’anteprima dei risultati dello studio. L’evento è stato moderato da Daniele Moretti, vicedirettore di SkyTG 24. Il benvenuto è stato dato ai partecipanti dall’ingegner Stefano Illing, consigliere delegato della Società Lagazuoi. Nel corso della mattinata è stato possibile visitare nello spazio espositivo, la mostra “Lettere dal K2”, con alcune immagini e scritti inviati alla fidanzata Elda dall’alpinista ampezzano Lino Lacedelli durante la scalata verso la vetta della montagna asiatica nel 1954. In esposizione anche oggetti e attrezzi d’epoca impiegati per salire la montagna di 8611 metri.

Nel pomeriggio presso la Conchiglia, nella piazza Dibona di Cortina d’Ampezzo, ha avuto luogo un evento per informare una platea variegata dei risultati dello studio. L’incontro, patrocinato dalla Fondazione Cortina, è stato moderato da Angelo Mellone, direttore intrattenimento Day-Time-RAI, mentre al saluto di benvenuto ci ha pensato il sindaco di Cortina d’Ampezzo. Sono intervenuti la senatrice Isabella Rauti, sottosegretario alla Difesa e il comandante di stato maggiore dell’Esercito generale di corpo d’armata Carmine Masiello, oltre ad altre personalità di spicco del mondo politico, istituzionale, militare, scientifico e imprenditoriale.

Visti i risultati conseguiti nel 2023 dal progetto Campo Alto Quota 2023, è prevista una nuova serie di attività che avranno luogo nell’inverno del 2024. La partnership tra Esercito, università e aziende consentirà di sviluppare nuovi protocolli scientifici e innovazioni tecnologiche non solo militari. Lo studio verrà condiviso con tutte le organizzazioni che operano nell’Artico.

 

25.08.24

 

 

 

 


.